Tifosi e partecipazione popolare: la cooperazione tra associazioni di tifosi e imprenditori per un passaggio graduale verso la fanownership

Una delle vie più interessanti e solide per condurre una realtà sportiva sotto il controllo di tifosi e comunità locale è sicuramente la pianificazione di un passaggio graduale di consegne che veda la cooperazione tra il mondo dell’imprenditoria e l’associazione di tifosi locale. In estrema sintesi: operazioni che vedono il mondo dell’imprenditoria locale che si fa carico in prima battuta del salvataggio del club di riferimento seguendo un piano concordato con la base del tifo che gradualmente restituisce agli investitori le risorse immesse e rileva la maggioranza del club, mantenendo all’interno della società investitori rilevanti con quote di minoranza e stabilendo con loro un rapporto stretto di cooperazione per il bene del club.

Questo tipo di percorso ha avuto un ottimo successo in Scozia dove i tifosi di diverse realtà professionistiche hanno salvato e condotto su un sentiero sostenibile alcuni club storici come l’Heart of Midlothian FC, il Motherwell FC e il St. Mirren FC ora gestiti attraverso entità democratiche partecipate dai tifosi, rispettivamente dalla Foundation of Hearts, la The Well Society e la St Mirren Independent Supporters Association(SMISA). Queste realtà hanno come struttura associativa di riferimento quella dei Supporters Trust di matrice anglosassone ovvero un’associazione indipendente, aperta e inclusiva, basata sul principio di ‘una testa, un voto’ che nasce per creare una rappresentanza della base del tifo e dare voce ai tifosi sulla gestione del proprio club di riferimento.

 

Per approfondire:

 

A distanza di qualche anno dal completamento delle diverse operazioni di acquisizione da parte dei tifosi si può constatare la positività di questo approccio sotto molteplici punti di vista e fare una rassegna dei punti salienti in modo da dare un quadro dei passaggi che hanno condotto al positivo coronamento delle iniziative dei tifosi.

In primo luogo va evidenziato il punto di partenza di questi percorsi, i tre club presi in esame versavano in condizioni economiche precarie e le rispettive associazioni di tifosi già da tempo erano attive sul territorio svolgendo un ruolo di controllo sulle finanze delle loro società e un’opera di sensibilizzazione del ruolo fondamentale dei tifosi nella salvaguardia delle proprie realtà sportive. Il fatto di essere già attive da tempo ha rappresentato indubbiamente un fattore positivo nell’organizzazione dell’intervento, le attività dell’associazione erano già rodate, conosciute sul territorio e già avevano permesso localmente lo sviluppo di una rete di contatti. Questo è un elemento molto rilevante se confrontato con quanto accade in Italia dove spesso nascono iniziative dei tifosi quando ormai i tempi tecnici per organizzare un salvataggio concreto non ci sono e, sopratutto, perché senza l’adeguata organizzazione si finisce nelle reti di bislacchi ”azionariati popolari”(che spesso di popolare non hanno nulla), che servono solo a organizzare collette di ultima istanza senza una progettualità pluriennale e senza garantire una vera rappresentanza dei tifosi all’interno delle società.

 

Per approfondire:

 

Di seguito in sintesi quelli che sono stati i passaggi comuni percorsi da queste realtà scozzesi per dare un quadro di come abbiano operato, i processi scelti e le modalità per perseguirli, in modo da dare una rappresentazione di come si possa agire anche in Italia per affrontare situazioni simili, estremamente ricorrenti nel nostro Paese, e dare vita a iniziative dei tifosi che abbiano possibilità di successo nel creare una solida rappresentativa dei supporters in società. E’ bene ricordare che, sebbene l’ingresso in società sia l’obbiettivo primario, a seconda delle contesti locali e delle condizioni esterne, esistono diversi vie per i tifosi per avere voce nella governance di una società(le 7 vie per la partecipazione popolare). Sicuramente le situazioni di dissesto economico aprono una finestra di opportunità, sia in ottica di rifondazione di un nuovo club, che riparta su basi diverse da quelle che lo hanno condotto al fallimento, con amministrazione locale, imprenditori e tifosi uniti per la ricostruzione, ma anche per tentare dei salvataggi che includano nel nuovo corso una rappresentativa dei tifosi in modo che possa vigilare sulla nuova gestione.

Il dissesto economico. In questa fase le associazioni di tifosi, attraverso delle raccolte fondi mirate, sostengono la continuità aziendale della società, o attraverso delle donazioni dirette o, in alcuni casi, attraverso dei prestiti elargiti dai tifosi al club a patto di essere coinvolti nella gestione corrente in modo da essere in prima linea nella gestione della fase di difficoltà. Nel frattempo la rete sviluppata dall’associazione sul territorio si attiva per coinvolgere l’imprenditoria locale, si individuano potenziali investitori, gli si presenta un piano di intervento e si pianifica l’operazione di salvataggio. Un elemento in comune tra le tre realtà menzionate è che gli imprenditori coinvolti(gruppo di investitori con un capofila più rilevante), già nelle fasi preliminari, avevano sposato, sia pubblicamente che in accordi formali, l’impegno a cooperare con i tifosi per traghettare la società, attraverso dei piani pluriennali, verso il controllo della maggioranza delle quote del club da parte dell’associazione di tifosi con la supervisione, spesso, delle rispettive amministrazioni comunali.

La ristrutturazione delle finanze del club. Il gruppo di investitori locali rileva la società, ristruttura il debito e versa nuovo capitale, prevalentemente sotto forma di prestito. A questo punto la nuova proprietà definisce con l’associazione di tifosi le modalità di passaggio graduale della proprietà del club verso i supporters che prevede il rimborso del prestito accordato al club, la vendita del pacchetto di maggioranza all’associazione e la permanenza del gruppo di imprenditori all’interno del club con quote di minoranza. In questa fase inizia il percorso di cooperazione formale tra supporters e imprenditoria, sia sul territorio sia all’interno del board del club. I piani di acquisizione graduale infatti spesso aprono le porte della dirigenza ai rappresentanti dei tifosi con cui si inizia a lavorare per il rilancio della società favorendo la crescita, sotto il profilo gestionale e amministrativo, dei rappresentanti dei supporters che assorbono gradualmente l’impatto della responsabilità di essere chiamati a gestire direttamente il proprio club. Priorità in questo frangente è rendere il business del club sostenibile sul lungo periodo, far si che le entrate pareggino le uscite elaborando un piano realistico che azzeri le ‘spese pazze’, e magari ridimensioni temporaneamente le ambizioni del club, e che punti alla valorizzazione di tutti gli aspetti che possano incrementare i ricavi della società: incassi da botteghino, sponsor, settore giovanile(player trading in uscita), valorizzazione e sfruttamento delle aree dello stadio e merchandising.

Piano di ingresso graduale. La nuova proprietà del club e la rispettiva associazione di tifosi concordano un arco temporale in cui si pianificano il rimborso del prestito e il passaggio di quote, solitamente tra i cinque e i dieci anni(ma vedremo che in un caso i tempi si sono ristretti da quanto preventivamente concordato). Come accennato, in questa fase i tifosi sono già coinvolti nel board dirigenziale, anche se non in maggioranza, e possono dare il proprio contributo nella definizione delle strategie aziendali in particolare sugli aspetti che li riguardano direttamente(prezzi di biglietti, merchandising, iniziative sul territorio, gestione dei matchday, relazioni con la comunità). L’associazione, una volta definita l’entità delle risorse necessarie al completamento dell’acquisizione graduale, definisce la propria campagna di raccolta fondi che avviene con: donazioni librali dirette, sottoscrizioni di piani di donazione mensile(direct debits), raccolte fondi specifiche circoscritte nel tempo e vincolate a specifici obbiettivi, eventi di autofinanziamento e iniziative commerciali.

L’organizzazione post passaggio sotto il controllo dei tifosi. La struttura organizzativa che gestirà direttamente l’influenza dei tifosi all’interno della società una volta che l’acquisizione graduale sarà completata viene definita attraverso un processo di ampia consultazione con la base associativa, il direttivo dell’associazione, anche avvalendosi di consulenti esterni, elabora una proposta che viene presentata(ricorrendo, se necessario, a diversi incontri pubblici), discussa e modificata sulla base delle indicazioni che arrivano dall’assemblea degli associati in modo che il risultato finale sia determinato da un ampio consenso della base e che si sviluppi attraverso un processo pienamente democratico.

Completato il passaggio sotto il controllo dei tifosi. Una volta che la maggioranza passa ai tifosi l’impegno economico dell’associazione non si esaurisce ma cambia la destinazione, se prima le risorse dei tifosi erano destinate al finanziamento dell’acquisizione, ora vengono dirottate al sostentamento di specifiche aree del club, principalmente: settore giovanile, strutture sportive, attività sul territorio, investimenti di ammodernamento/sviluppo dello stadio, tutti settori che hanno potenzialità per alimentare l’afflusso di risorse per un ulteriore sviluppo nel medio-lungo periodo per il club.

Un processo in tutto e per tutto ampiamente replicabile e adattabile a ogni contesto, soprattutto in realtà medio-piccole, dove tra l’altro in Italia è più alto il tasso di fallimento/non iscrizione, e dove è possibile ricondurre i club su sentieri economicamente sostenibili e più vicini alla comunità locale o ricostruire realtà sportive da zero. Una pianificazione pluriennale inoltre dà i tempi tecnici corretti affinché tra le parti in gioco si possa creare quella giusta sinergia, fondamentale per lo sviluppo del progetto.

Di seguito tre casi trattati con sintesi che danno un esempio plastico di operazioni concrete che si sono realizzate negli ultimi anni in Scozia e che hanno coinvolto realtà professionistiche di diversa grandezza e seguito

 

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