Partecipazione popolare dei tifosi per legge dello Stato? Abbiamo già tutti gli strumenti per operare
Negli ultimi anni mi è spesso capitato di confrontarmi con addetti ai lavori, associazioni di tifosi e di partecipare a incontri/dibattiti sul tema della partecipazione attiva dei supporters nella governance dei club sportivi(come quello recente a Salerno, qui). Uno degli argomenti che spesso emerge, sopratutto negli ultimi anni, come tema che presenta criticità è: ‘manca una legge ad hoc’.
In realtà è un non-tema, a mio avviso, perché in alcun Paese del mondo l’amministrazione pubblica è mai intervenuta nel disciplinare nel dettaglio questa materia, in primis per rispettare il principio di indipendenza dello sport e anche perché, sopratutto nell’ambito dell’Unione Europea ma vale anche nei confini nazionali, qualsiasi forma di incentivo alla partecipazione al capitale dei tifosi, attraverso ad esempio sgravi o forme fiscali privilegiate, in particolare nel professionismo, sarebbe soggetta alle regole ferree sulla concorrenza(su cui bisognerebbe fare un lungo discorso a parte, ma non è la sede adatta).
Intanto un primo suggerimento, eliminare l’uso della definizione ‘azionariato popolare’ il perchè lo trovate nel dettaglio qui: Tifosi e Partecipazione attiva: le differenze tra partecipazione popolare / azionariato popolare / azionariato diffuso / crowdfunding dei tifosi. Soprattutto se vi ispirate a forme presenti all’estero, la definizione da usare è partecipazione attiva o popolare dei tifosi.
Nei Paesi dove sono presenti forme di partecipazione strutturata e democratica(Germania, UK e Spagna) infatti esistono solo normative elaborate dalle federazioni sportive(Germania), forme di indirizzo e supporto elaborate da gruppi di lavoro(UK) e recepite dalle istituzioni sportive o, come in Spagna, gli interventi della politica che hanno addirittura ridotto l’associazionismo dei tifosi. Cercherò di spiegare in estrema sintesi il motivo della considerazione sulla non necessità di avere una legge(e per chi fosse interessato a ulteriori approfondimenti può contattarci sui canali social).
Qui: Tifosi e partecipazione popolare: i modelli diffusi in Europa
In Germania funziona così: per l’iscrizione ai campionati professionistici il club DEVE essere strutturato come associazione registrata(Eingetragener Verein, E.V.). Per il rilascio delle licenze nazionali da parte della Deutscher Fussball Bund e della Deutsche Fußball Liga il requisito è quindi determinato dalle federazioni e non da leggi statali. Sono ammesse delle deroghe a questo requisito:
a) il famoso 50+1, introdotto all’inizio degli anni ‘90, ovvero il club che richiede l’iscrizione al campionato professionistico può avere forma giuridica diversa dall’associazione registrata purché la società di capitali che si iscrive(spa, srl, società in accomandita per azioni) sia controllata dal 50%+1 da un’associazione registrata, sia attraverso il possesso delle relative quote oppure detenga per specifici accordi statutari il 50%+1 dei diritti di voto nella società di capitali controllata(es. Bayern Monaco, Amburgo, Borussia Dortmund)
b)operano in deroga le realtà sportive storicamente legate a particolari aziende(Volkswagen e Bayer) che dimostrano un lungo periodo di supporto dello sport di base del club locale.
Solo poche società professionistiche operano in deroga, la stragrande maggioranza dei club mantiene la sua forma associativa originaria. La federazione tedesca stima che circa 6,8 milioni di tedeschi sono membri di una associazione sportiva(80-100 euro di quota annuali, fate voi i calcoli di quanto solo di quote associative i cittadini immettono nello sport tedesco, e quanto un qualcosa di simile introdotto da noi potrebbe apportare annualmente al sistema). Quindi NO non è una legge dello Stato a garantire l’influenza di tifosi e comunità sui club sportivi.
Letture consigliate:
- Come funzionano i club di proprietà dei tifosi? Il modello tedesco – Video –
- Non vendiamo l’anima agli speculatori. Tifosi tedeschi in campo per sostenere lo sviluppo dei propri club
In UK funziona così: dopo la nascita dei primi Supporters’ Trust a seguito di una catena di fallimenti e dissesti economici negli anni ‘90, tra il ‘97 e il ‘99 viene creato su impulso del governo inglese un gruppo di lavoro(Football Task Force) con esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni sportive e rappresentanti delle associazioni di tifosi nate in quegli anni. Lo scopo era affrontare diverse tematiche economiche e sociali legate al calcio, tra cui forme di supporto alle iniziative spontanee dei tifosi.
Dal risultato di questo gruppo di lavoro nacque, su iniziativa del governo, Supporters Direct UK, con lo scopo di supportare e aiutare a sviluppare un percorso strutturato di partecipazione dei tifosi. (Un percorso che con l’associazione Supporters in Campo abbiamo avuto modo di conoscere e seguire attentamente, infatti la nostra realtà nasce proprio dalla collaborazione con Supporters Direct UK nell’ambito del progetto europeo “Improving Football Governance through Supporter Involvement and Community Ownership”(Link)). Supporters Direct UK era un’agenzia indipendente di proprietà dei tifosi e di cui i rappresentanti delle organizzazioni aderenti determinavano democraticamente gli amministratori e le attività da condurre, finanziata da un mix di fondi pubblici e di risorse provenienti dalle federazioni calcistiche inglesi. Nessuna imposizione sul modello associativo da seguire ma il semplice utilizzo di forme di associazione/cooperazione già presenti nell’ordinamento inglese in modo da lasciare alle realtà locali la forma più adatta alle peculiari esigenze. Quindi, anche qui nessuna forma precostituita vincolante ma forme di aggregazione che seguono regole di forma e condotta già disciplinate dal loro ordinamento, ma un intervento a supporto dello sviluppo dell’intero movimento lasciato libero di trovare la strada migliore attraverso l’esperienza diretta e le peculiarità caso per caso.
In UK(e nel Regno Unito in generale) i ‘contenitori’ dei tifosi spaziano dall’associazione, alle prevalenti forme cooperative o imprese sociali: Community Benefit Society(CBS, cooperativa) o Community Interest Company(CIC, impresa sociale), la principale differenza sta che la CIC ammette anche investitori privati con possibili maggiori diritti nel CdA, ma rispettando l’assenza dello scopo di lucro. Accumulata una esperienza empirica negli anni un nuovo gruppo di lavoro ‘Supporter Ownership and Engagement Expert Group’, che ha operato dal 2014 al 2017, ha elaborato una serie di raccomandazioni ulteriori per lo sviluppo e supporto delle iniziative dei tifosi e nella realizzazione di percorso di dialogo strutturato club/tifosi, alcune delle quali recepite dalle istituzioni sportive senza il ricorso a leggi dello Stato(qui: Forme di relazione e dialogo tra club e tifosi). Quindi NO non è una legge dello Stato a garantire l’influenza di tifosi e comunità sui club sportivi ma il ricorso a strumenti già presenti e a un dialogo con il mondo istituzionale.
Letture consigliate:
- Come funzionano i club di proprietà dei tifosi? I casi nel Regno Unito – Video –
- Storie e esempi di partecipazione attiva in UK
- Tifosi, partecipazione attiva e impegno nel territorio: I Community Club nel Regno Unito
- I Community Club
- Community ownership/supporters trust
- La cooperazione tra associazioni di tifosi e imprenditori per un passaggio graduale verso la fanownership
In Spagna funziona così: fino all’introduzione nei primi anni ‘90 delle SAD(Sociedad Anonima Deportiva), particolare società di capitali dedicata alla gestione dello sport professionistico, i club spagnoli erano associazioni(come in Germania e come nell’origine storica di tutti i club sportivi). La SAD è diventata obbligatoria per le prime due categorie del calcio spagnolo, facoltativa per il resto delle divisioni. La riforma fu motivata dal dissesto di numerose associazioni che per adattarsi al nuovo contesto del calcio europeo si indebitarono e sulla necessità di professionalizzare lo sport. Grandi club e quelli più radicati sul territorio: Barcellona, Real Madrid, Atheltic Bilbao e Osasuna, dimostrando di avere allora i conti in ordine, riuscirono a mantenere la forma associativa introducendo delle garanzie per sostenere i propri investimenti a carico dei consiglieri di amministrazione eletti. Ancora adesso dalla terza divisione in giù vige la possibilità di avere forma giuridica di associazione democratica(Socios). Quindi in Spagna nessuna legge dello Stato a favore della partecipazione dei tifosi, anzi un deciso passo indietro con l’introduzione delle SAD che a distanza di decenni non sembrano affatto aver risolto i problemi economici che si proponevano di affrontare.
Letture consigliate:
- Come funzionano i club di proprietà dei tifosi? Il modello dei Socios in Spagna – Video –
- El Futbol Popular en Espana – Video –
Quindi ci sono leggi dello Stato? Germania NO, UK NO, ma un percorso interessante istituzioni/mondo sportivo/tifosi a cui da sempre guarda con interesse l’associazione Supporters in Campo, Spagna NO, hanno peggiorato le cose. In conclusione: in Italia abbiamo già gli strumenti(APS e cooperative) per cominciare tranquillamente questo percorso, l’invito è non attendere possibili misure risolutive dall’amministrazione pubblica(che allo stato attuale risultano abbastanza vaghe e inconsistenti).
Per approfondire:
- Osservazioni sulla Proposta di Legge ‘Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive’
- Legge sulla partecipazione popolare dei tifosi: l’approfondimento del network di Supporters in Campo su Calcio e altre storie – Video –
Il successo di un’iniziativa dei tifosi dipende dalla capacità organizzativa della fanbase e dalle specifiche circostanze in cui si opera, serve ancora un’ampia evidenza empirica per poter correttamente, eventualmente, legiferare in materia. Serve piuttosto un investimento per supportare lo sviluppo dei casi che abbiamo in Italia, per rimuovere le barriere che ostacolano la crescita del movimento, diffondere le buone pratiche, riconoscendo il grande valore aggiunto che le iniziative dei tifosi possono avere in termini di sostenibilità economica del sistema, nella salvaguardia dei club e del loro impatto sul territorio. Un qualche passo è stato con i progetti in cui SinC ha collaborato attivamente con la FIGC: ‘Il calcio è della gente’ in quel di Coverciano. Workshop ‘Community Leadership’, 9 dicembre 2024 e Il progetto europeo ‘Fans Matter!’ di Supporters in Campo
- Tifosi e partecipazione popolare: la spinta ‘dal basso’ per costruire un percorso di partecipazione attiva dei tifosi
- Tifosi e partecipazione popolare: utilità, benefici e risultati di un percorso di partecipazione attiva
Il vero impatto della partecipazione attiva dei tifosi, come dimostrano ampiamente le realtà sportive tedesche e i Supporters’ Trust nel Regno Unito, si sviluppa non necessariamente solo sul lato economico(es. raccolte fondi che sono interventi ‘una tantum’ spesso non risolutivi), ma in tutta una serie di benefici diretti e indiretti che hanno come conseguenza anche un impatto sulle casse del club nel corso del tempo e sono il risultato diretto del processo di crescita culturale e di responsabilizzazione innescato dalla partecipazione attiva e sono riassumibili in:
– maggiore partecipazione agli eventi sportivi(stadi pieni e indotto del matchday) a prescindere dall’andamento sportivo del club,
– maggiore impatto sui ricavi del merchandising: un tifoso parte di un progetto di partecipazione che trova nel club una sponda con cui lavorare sarà più incentiva a sostenerlo acquistando materiale prodotto dalla società,
– un miglioramento dell’impatto sul territorio che si genera orientando la gestione del club secondo le indicazioni/esigenze della base del tifo,
– maggiore potere contrattuale del club nei confronti degli sponsor,
– responsabilizzazione il tifoso rispetto alla complessità gestionale di una società,
– mitigare le conflittualità tra tifo e società e con le altre tifoserie,
– favorisce la realizzazione di momenti di confronto sulle più rilevanti tematiche sociali che possono trovare nel club e nello sport in generale terreno fertile per la loro discussione e veicolo per la loro promozione,
– la presenza di un’associazione attiva che svolge opera di controllo sulla gestione riduce la possibilità che da parte del club si pongano in essere attività opache o illegali. In questo modo l’associazione funge da garante per sponsor e potenziali investitori,
– l’orientamento verso la sostenibilità sul lungo termine dell’associazione può influenzare le politiche di sviluppo della società spingendole verso una pianificazione pluriennale e una sua strutturazione più solida,
– l’associazione può essere partner naturale del club nella definizione delle strategie di marketing, sopratutto in presenza di proprietà che non appartengono al territorio, la base del tifo può svolgere un’opera di orientamento del management e favorire la comprensione delle dinamiche locali
– l’associazione può essere un mediatore tra club e amministrazione pubblica locale e nei confronti nel tessuto imprenditoriale(dove si possono trovare soluzioni per: Tifosi e partecipazione popolare: la cooperazione tra associazioni di tifosi e imprenditori per un passaggio graduale verso la fanownership)
Ulteriori approfondimenti:
- Tifosi e partecipazione popolare: Dalla collaborazione internazionale alla via italiana
- Tifosi e partecipazione popolare: utilità, benefici e risultati di un percorso di partecipazione attiva
- Save our football club! Guida per i tifosi per lo sviluppo di un percorso di partecipazione popolare
- I modelli di influenza dei tifosi. Le 7 vie per la partecipazione attiva(Doc)
